Oggi, 21 Maggio 2021, Scacco Matto Ravenna si costituisce grazie alla forza e alla determinazione di Keren, Adelaide e Donata.
Nella città romagnola, dove è ubicata la tomba del sommo poeta Dante Alighieri, nel 500° anniversario dalla sua morte, inizierà perciò un iter incentrato sulla realtà della salute mentale che a Ferrara fu inaugurato nel 2010 dal suo fondatore Dott. Wladimir Fezza, psicologo clinico e di comunità che undici anni fa ebbe l’idea, dai forti connotati innovativi, di approcciare la malattia mentale in modo diverso, senza soppiantare o scavalcare il servizio psichiatrico territoriale locale, ma piuttosto affiancandoglisi ed offrendo/ erogando servizi integrati e complementari ai pazienti-utenti che decidevano di intraprendere questo progetto.
Tale innovativa visione consisteva e consiste principalmente in una concezione alternativa del “malato”, visto come soggetto che, attraverso un percorso di recovery(guarigione) ben strutturato, può riacquistare l’autonomia persa e riprendere in mano le redini della propria vita in modo graduale, ricoprendo un ruolo attivo nell’adesione all’iter concordato il cui fine ultimo risiede nella riabilitazione psicologica completa o almeno parziale del paziente.
La costituzione della società Scacco Matto è stata stimolata da una volontà ben precisa, ossia l’intento di perseguire il benessere mentale di utenti svantaggiati che, a fronte di una quota mensile variabile, potranno usufruire di una rete di molteplici servizi diversificati a seconda del disagio vissuto, nonché della struttura di personalità presentata. A Scacco Matto si intende sgretolare, abbattere, debellare e abbandonare definitivamente lo stigma, purtroppo ancora fortemente radicato nella società contemporanea, che consta nel “voler vedere” il paziente affetto da un disturbo di origine psichiatrica come un individuo verso cui nutrire e provare diffidenza circa le sue risorse e facoltà di recupero. Come se ciò non bastasse, il paziente afflitto da un disagio spesso viene trattato solo ed esclusivamente in maniera tale da evitare che questi non peggiori ulteriormente le sue condizioni di salute, e da questo approccio scaturisce la conseguenza inesorabile che il paziente cronicizza il proprio stato, non essendo nemmeno in grado di prendere in considerazione l’ipotesi che egli possa aspirare e desiderare di stare meglio, seppur opportunamente e regolarmente supportato e coadiuvato da figure esperte.
Ad ulteriore suggello e conferma della presenza di potenziali risorse insite nel paziente, che sono soltanto da riscoprire e rivalutare in una prospettiva di possibilità concrete di guarigione e di miglioramento delle condizioni di salute, Scacco Matto offre l’opportunità di una assunzione lavorativa per i pazienti-utenti che, attraverso la pianificazione di un progetto mirato, potranno esordire o riprendere nell’ambito del lavoro con un tirocinio che potrà poi eventualmente sfociare in un’occupazione a tempo determinato e/o indeterminato.
Gli utenti avranno in questi casi l’occasione per sperimentarsi nell’ambito complesso delle relazioni sociali e di un impegno occupazionale, il cui mantenimento non fa altro che coinvolgere, integrare e “nobilitare l’animo umano”, come si legge dalle parole del celeberrimo poeta Virgilio nella sua opera denominata “Le Georgiche”.
Il lavoro detiene un valore primario nella ricerca di punti di riferimento sicuri a cui ancorarsi in caso di eventuali malesseri derivanti dall’inattività. Esso ha il potere terapeutico di favorire la realizzazione di un potenziamento delle proprie risorse a livello sociale-relazionale ed impegna l’uomo a non distrarsi nell’ozio o in infruttuose futilità concentrandosi invece sul perseguimento di un obiettivo preciso attraverso un operato di natura fisico-intellettuale, gettando peraltro le basi per mantenere uno stile ed un tenore di vita adeguato.
Allo scopo di perseguire il benessere psico-fisico degli utenti con un disagio, Scacco Matto si avvale anche di figure esperte nel supporto tra pari (ESP), ovvero tra persone capaci di offrire e portare un ausilio psicologico ad utenti in posizione di svantaggio rispetto a loro proprio in virtù dello sviluppo e dell’affinamento delle facoltà di empatia, caratteristica assolutamente necessaria per “connettere” e stabilire un rapporto di fiducia tra i pazienti e tali figure esperte, diventate competenti in seguito alla frequentazione di un apposito corso formativo culminante con un esame finale di verifica delle conoscenze acquisite.
L’empatia che si stabilisce e che si impara a perfezionare attraverso un’esperienza pratica di conoscenza del disagio del paziente si rivela quindi uno strumento raro, utile per poter riuscire a far scoprire ed affiorare progressivamente gli aspetti di vulnerabilità del paziente, che potrà contare su una figura esperta ed intermediaria/mediatrice fra gli operatori, quali per esempio gli psichiatri e gli psicologi, e l’utente stesso.